ORKITYIO





                              LE MIRABOLANTI AVVENTURE DELLA COMPAGNIA DI SKHOLO
INTORNO ALLA RICERCA DELL' ORKITYIO

1- DI COME SKHOLO E JAROSLAV SI PRESENTINO ALL'INIZIO DEL POEMA



Un'altra notte era appena fuggita dalle valli di Chlamydia, le prime luci di una nuova alba si adagiarono silenti sugli occhi appena aperti e confusi di un grosso scimpanzè.
I suoi enormi testicoli erano appena coperti da una grossa sacca di cuoio bivalve oramai consunta...

decorata a fuoco con scene di guerra.
Lo scimmione, come forse lo chiameremo innanzi, si alzò da terra con tutta la grazia che si addice ad un imperatore obeso castrato fin dalla prima fanciullezza, si guardò attorno, sentì l'odore acre del sangue sparso sull'erba e poi tossì.
I dolenti lividi, sparsi sul quel ragguardevole corpo scolpito nell'amianto, cominciarono a rammentargli la lotta furente della notte precedente, con tenerezza ambigua carezzò inconsapevolmente la gobba dello strano animale di metallo arrugginito che giaceva al suo fianco e per un momento tutto fu più chiaro, ricordò chi egli fosse, ricordò della furiosa battaglia in cielo, del suo essere crollato sul prato accanto al suo inseparabile mezzo-cane, della sua vita da fuggiasco.
-andiamo?- disse alla bestia di metallo
-ove? -
furono le uniche parole che per tutta la mattina riecheggiarono nella vallata.


Skholo era uno scimmione combattente delle terre di Homsa, la parte omosessuale del regno di Leucòrrea , un mercenario introverso, un singolare guerriero solitario con un passato da grandissimo consumatore di idromele sbagliato, una potentissima bevanda a base di soma, yogurt ed lsd.
Alto più di due metri e con una piccola testa ossuta che strideva con l'ampiezza delle sue spalle, si portava dietro dalla nascita una beffarda maledizione genetica, una strana malformazione che lo rendeva ridicolo agli occhi dei passanti, ma interessante a quelli dei suoi amanti occasionali, l'incredibile grandezza dello scroto.
Jaroslav era il suo fido amico, un vecchio mezzo-cane, una specie comune nel sud di Leucorrea ma abbastanza rara tra le valli di Chlamydia, la testa e le zampe erano quella di un vecchio bracco, il corpo era un baule di metallo arrugginito con i resti degli inserti in cuoio di ciò che un tempo era stato un buon baule da viaggio Louis Vuitton.
Il viaggio....il loro durava da più di sei anni oramai, giammai aveva avuto un vero e proprio perché né una vera meta, almeno fino a quel giorno.
La luce del tardo pomeriggio si apprestava a dorare le dolci colline di Chlamidya mentre un sentore di umido cominciava ad esalare dalla terra, Jaroslav, adunco verso il cielo, da una buona mezz'ora annusava nervosamente qualcosa nell'aire.
-che c...cosa c'è? Che..che è? Cos'é?- chiese Skholo con la sicurezza di una giovinetta al cospetto di uno schiavo enorme delle Antille.
-ti faccio umilmente notare, mio padrone, che c'è un odore...forte...qualcosa di strano...di putrido e terribile...- rispose Jaroslav mentre seguiva la grossa impronta che lo scroto di Skholo lasciava per la istrada.....


cosa accadrà a li nostri eroi, quali accadimenti saranno enarrati? Chi è mai Mastrodongesualdo?
Alla prossima puntata.....

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